“La bellezza salverà il mondo”: il seminario con Emmanuele Emanuele
Grande successo per il seminario che ha visto protagonista Emmanuele Emanuele, Presidente della Fondazione Roma, che è tornato tra gli ospiti di “Progetto Città” per parlare dell’arte e della cultura come motore su cui puntare per far ripartire il Paese. Se nell’occasione precedente Emmanuele aveva presentato il libro “Il terzo pilastro” per spiegare come il no profit potesse essere il motore del nuovo welfare, questa volta invece approfondisce la sua ultima pubblicazione “Arte e Finanza”: “Questo libro mette in discussione un assioma, quello secondo cui con la cultura non si mangia”, così Andrea Ceccherini apre la discussione.
“Le Fondazioni devono stare meno nelle sale del potere e più nelle corsie degli ospedali”, dice il Presidenza della Fondazione Roma che ha nell’ascolto, nel dialogo, e nell’impegno per il benessere della collettività i suoi tratti distintivi. Il territorio e la cultura sono un asset importantissimo nel nostro Paese: l’industria della cultura vale 76 miliardi di euro eppure solo 30 persone su 100 hanno visitato un museo nell’ultimo anno, siamo al quinto posto come flusso turistico al mondo, eppure tutti i musei pubblici italiani messi insieme guadagnano meno del Louvre di Parigi. “E’ proprio un problema di cultura ed educazione alla cultura, nessun partito ne ha parlato nell’ultima campagna elettorale e questo è significativo”, spiega Emmanuele. “Per cambiare passo bisogna cambiare filosofia. C’è una grande potenzialità del privato in questo settore, ma esiste anche una grossa dicotomia pubblica vs privato. Bisogna attivare un processo di diffusione della coscienza, di mobilitazione civile perchè la cultura possa rimettere in moto questo Paese”.
Tante le domande dei presenti e la richiesta di consigli per i giovani che vogliano fare impresa nell’ambito culturale: “Bisogna partire costituendo una cooperativa con lo scopo di migliorare la visibilità e la fruibilità di un’opera d’arte. Sarà la bellezza a salvare il mondo”, ha concluso Emmanuele.