
Giampiero Maioli, Amministratore Delegato di Cariparma – Credit Agricole, ospite dell’ultimo seminario
Nell’ambito dei seminari di “Progetto Città” dedicati al mondo bancario, l’ultimo protagonista attorno al tavolo a ferro di cavallo è stato Giampiero Maioli, Amministratore Delegato di Cariparma – Credit Agricole. Un incontro interessante con molte domande da parte dei partecipanti al seminario che hanno trovato in Maioli un interlocutore del settore bancario che ha saputo parlare loro chiaro, come pochi di questo settore sanno fare. Forse proprio questa particolarità spiega il fatto che Cariparma sia quest’anno una delle poche banche ad aver chiuso con un utile il bilancio del gruppo in Italia e a redistribuire un dividendo ai suoi azionisti, in un momento nel quale tutte gli altri istituti di credito parlano di aumenti di capitale e bilanci negativi.
“Un curriculum vitae singolare quello di Giampiero Maioli – ha detto Andrea Ceccherini, presidente di Progetto Città, introducendo l’ospite ai presenti – di chi ha percorso la scalata ai vertici bancari dai gradini più bassi e che gli ha consentito di conoscere questo mondo dai punti di vista più differenti.”
Maioli, ambasciatore della seconda banca francese in Italia, ha raccontato la sua carriera professionale fin dall’inizio, da quando è entrato in Credito Emiliano “quasi” per sbaglio, ancora preso dal sogno di una carriera da magistrato. “Cosa mi ha aiutato e contraddistinto in questo percorso professionale? Il fatto di non pensare mai a quale sarebbe stato il passaggio successivo ma di concentrarsi su quanto c’era da fare in quel momento”. Nella sua carriera professionale Maioli ha fatto grande esperienza a 360 gradi, a cavallo tra il pubblico e il privato e tra l’Italia e l’estero. Rivolto naturalmente alla Francia (è l’unico rappresentante straniero nel consiglio esecutivo a Parigi) ma con gli occhi sempre sull’Italia e sul momento che sta vivendo. Sul fronte internazionale, invece, e sulla difficoltà di attrarre capitali nel nostro Paese, per Maioli è tutto un problema di fiducia: “All’estero non si fidano di noi per questi continui momenti di incertezza politica, ma non possiamo permetterci di non essere seri e affidabili”. Maioli ha anche risposto alle tante domande dei presenti che hanno toccato diversi aspetti del sistema bancario, dalle norme Basilea all’omogeneizzazione del sistema europeo, dal tema della vigilanza alle prospettive future del gruppo.
Per il sistema bancario italiano di domani Maioli vede la necessità di “riconvertirsi industrialmente, come ha fatto il mondo dell’editoria. Nelle filiali sono cambiate tante cose, noi ci andiamo molto meno di persona, facciamo tante operazioni online, e dobbiamo adeguarci a questo cambiamento”. L’altra parola chiave del futuro sistema bancario per Maioli è “qualità”. “Le imprese devono capire solo una cosa: qualità, qualità, qualità. Il mondo vuole comprare Italia, vuole comprare lo stile di vita italiano, famoso in tutto il mondo, ma dobbiamo puntare sulla qualità ed essere affidabili agli occhi degli investitori stranieri”.
E per il futuro dell’Italia invece? Il problema principale è quello della disoccupazione giovanile: “Siamo troppo rigidi nell’occupazione. E’ un paese di vecchi che tutela i vecchi e non chi sta per entrare nel mondo del lavoro.” Accanto a questo il problema della tecnologia che toglie occupazione e ha bisogno di poca manodopera. Ma la risposta di Maioli è quella di puntare tutto sul manufatto e sulle grandi capacità che il nostro Paese ha sempre avuto in questo settore.